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CARNEVALE ALL’ORATORIO 02.03.2019

In pieno clima carnevalesco i nostri fantastici animatori hanno preparato il carnevale per i bambini e ragazzi del nostro paese. Ogni uno è stato invitato di venire mascherato e non soltanto! Cerano dei giochi divertentissimi, una grande sorpresa con la presenza della regina Pappetta, Conte e tutta la coorte che hanno giocato insieme ai bambini. Poi ovviamente non poteva mancare la sfilata dei costumi e la golosa merenda preparata dalle nostre signore che sono sempre pronte a questo prezioso servizio. E come ormai è un usanza buona, tutto si è concluso con una guerra ai coriandoli! Ci siamo divertiti davvero tanto. Ringraziamo al Comitato Carnevalesco per la loro presenza.  




SANTA MESSA CON LA PARTECIPAZIONE DEL COMITATO CARNEVALE STORICO DI CRESCENTINO 24.02.2019

Con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Edoardo Swiatkowski, con la partecipazione della Giunta Comunale con sig. Sindaco Fabrizio Greppi e tutto il Comitato del carnevale di Crescentino insieme alla Papetta, Conte e tutta la coorte, abbiamo inaugurato ormai 45° Carnevale Storico di Crescentino




VISITA PASTORALE DEL ARCIVESCOVO

22.02.2019Il nostro Arcivescovo Marco Arnolfo ha visitato la nostra Comunità Pastorale che comprende le parrocchie di Crescentino, San Genuario e San Silvestro, San Grisante, Lamporo e Fontanetto Po’. Durante la visita ha incontrato i sacerdoti, la Comunità delle Suore di Maria Consolatrice, le varie case di riposo e infine ha incontrato tutti i membri delle nostra Comunità pastorale discutendo dei vari problemi, difficoltà e progetti riguardanti la nostra Comunità Pastorale.




Epifania 2019

Come ogni anno nella nostra parrocchia abbiamo celebrato l’Epifania con il presepe vivente. Tra Angeli, pastorelli, Maria, Giuseppe e Re Magi abbiamo vissuto la manifestazione del Signore. “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono”. 

Il viaggio dall’Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo. La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la storia della fede di ognuno di noi. 
Perché potessero provare la gioia del vedere Cristo, dell’adorarlo e dell’offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio. 
La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di darsi a Dio. “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia”. 
Noi possiamo vedere la stella nella dottrina e nei sacramenti della Chiesa, nei segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme, costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore. 
Rallegriamoci, anche noi, per il fatto che Dio, vegliando sempre, nella sua misericordia, su chi cammina guidato da una stella ci rivela in tanti modi la vera luce, il Cristo, il Re Salvatore. 

Alla santa Messa ha partecipato anche la leva 2001, concludendo i loro festeggiamenti. Invece a Galli è stata celebrata la Festa Patronale di san Defendente. Chi era san Defendente? Uno dei martiri cristiani della Legione Tebea, guidata da s. Maurizio, che furono martirizzati, perché non vollero lasciare la fede cristiana, sotto l’imperatore romano Massimiano (250-310) di origine pannonica.L’eccidio avvenne mediante decapitazione, ad Agauno, presso il Rodano nel territorio di Marsiglia, dove erano accampati, per essere poi mandati a combattere contro i Galli irrequieti; prima della partenza si fece un solenne sacrificio agli dei, a cui non vollero prendere parte i soldati cristiani presenti fra le truppe.
Massimiano per domare questa opposizione, fece flagellare e decapitare un soldato ogni dieci, ma non recedendo nessuno dalla propria fede, ordinò di decapitare tutti gli altri; il numero esatto dei martiri non è conosciuto, centinaia sicuramente, ma non l’intera Legione Tebea, proveniente dall’Egitto, che era composta di circa mille uomini.
Il martirio dovette avvenire intorno al 286; durante l’episcopato di Teodoro, vescovo di Martigny, verso il 380, si trovò un cimitero gallo-romano e si pensò che si trattasse del luogo di sepoltura di questi soldati, per cui il vescovo fece erigere una chiesa in loro onore trasferendovi le reliquie; il culto prese a diffondersi e varie chiese, basiliche e abbazie furono dedicate ai santi martiri di Agauno, in particolare per s. Maurizio il comandante.




I PRESEPI DELLE NOSTRE CHIESE




Leva 2001

Durante la santa Messa delle ore 11.00 celebrata dal parroco Don Edoardo ha partecipato la leva 2001. I ragazzi che nell’anno 2019 entrano nell’età adulta. Sono venuti per invocare su di loro la benedizione del Signore. A loro facciamo i migliori auguri servendoci della prima lettura che la liturgia odierna ci propone: “Vi benedica il Signoree Vi custodisca.
Il Signore faccia risplendere per Voi il suo volto
e Vi faccia grazia.
Il Signore rivolga a Voi il suo volto
e Vi conceda pace”.




Natale 2018

NATALE 2018Natale è sempre una festa particolare, Dio si fa uomo. Per questo giorno abbiamo preparato non soltanto le nostre case ma anche i nostri cuori. Nei giorni 16 – 24 dicembre abbiamo celebrato la novena di natale, sia per i bambini del catechismo, sia per gli adulti, preparata dai diversi gruppi parrocchiali. Abbiamo preparato anche il presepe nella nostra parrocchia. Quest’anno erano i bambini del catechismo che insieme ai catechisti e agli animatori hanno preparato il presepe. Durante la notte di Natale è stato rappresentato il presepe vivente, preparato dai bambini del catechismo.




COMUNITA’ PASTORALE 01.12.2018

COMUNITA’ PASTORALE 01.12.2018

 

PREGHIERA INIZIALE

Net nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

  1. Amen.

Lodiamo il Signore perché è buono:

  1. Eterna è la sua misericordia.

Gesù ha promesso di essere presente in mezzo ai suoi discepoli, ogni volta che si riuniscono nel suo nome. In questo incontro fraterno di meditazione e di preghiera, egli è presente e ci parla; ma è necessario che la nostra vita corrisponda pienamente alla sua parola. Innalziamo la nostra mente a Dio, perché net suo Santo Spirito ci guidi alla verità tutta intera.

VANGELO

Alleluia, alleluia. Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono, e producono frutto con perseveranza. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca. 10, 38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affarini e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.

Parola del Signore.

  1. Lode a te, o Cristo

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

Vieni, Spirito Santo, riempi il cuore dei fedeli, accendi il fuoco del tuo amore; tu che nella varietà delle lingue umane raduni i popoli nell’unica fede.

Preghiamo.

Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per Cristo nostro Signore.      R. Amen.

LECTIO

Il brano di oggi è la conclusione del capitolo 10 del Vangelo di Luca. Ci troviamo all’interno della grande sezione del viaggio di Gesù verso Gerusalemme. In questo viaggio, gli incontri di Gesù e le sue parole sono tutti dedicati ad approfondire il mistero della sua divinità, e a chiarire il senso del suo invito a seguirlo e prendere la Croce rinnegando sé stessi (9,18-27). Prima della visita di Gesù alla casa di Marta e Maria si trova la grande parabola del Buon Samaritano, che a sua volta è la risposta di Gesù al dialogo con il dottore della Legge. II punto di partenza del dialogo era stata la domanda a Gesù: “che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Il culmine del dialogo era stata la proclamazione del comandamento più grande: “Amerai il Signore tuo Dio… E facile comprendere la parabola del Buon Samaritano come una spiegazione di questo comandamento, in particolare del senso dell’essere “prossimo” gli uni per gli altri;. ma nell’intenzione dell’evangelista anche l’episodio successivo assume un significato analogo. Infatti,. immedesimandoci con Marta e Maria, potremo comprendere fino in fondo che cosa significhi, e che cosa comporti, amare Dio al di sopra di ogni altra cosa.

Ø  Mi interessa la prospettiva della ‘vita eterna”, della felicita oltre questa esistenza terrena? Quanto sono disposto/a “investire” in quella direzione?

Commento

  1. 38-39 “una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria: sono tra gli amici più cari di Gesù. Luca ci descrive una scena di singolare famigliarità fra Gesù e i suoi ospiti: Marta lo accoglie con il riguardo dovuto a un ospite importante, a un amico particolare.
  2. 39-40 “seduta ai piedi del Signore… distolta per i molti servizi: possiamo intendere gli atteggiamenti delle due sorelle in modo diverso e complementare. Da un lato si può ipotizzare che Maria avesse cominciato le procedure di accoglienza con la sorella Marta, per poi lasciarsi attirare irresistibilmente da Gesù che stava parlando ai suoi  discepoli; dall’altro si può vedere come anche Marta avesse interesse ad ascoltare il Maestro, ma si fosse gradualmente lasciata distrarre dalle faccende pratiche.
  3. 40 “non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola…”: questa domanda legittimità. Gesù non ha appena detto, presentando le figure del sacerdote, del levita e del samaritano, ciò che importa è l’applicazione pratica, concreta del comandamento dell’amore senza “se” e senza “ma”? Ora Marta è nelle medesime condizioni: deve accudire, da brava massaia, a Gesù e al suo seguito. “…a servire?”: il verbo che la donna usa è diakonein, ché in Luca ha sempre un senso positivo. Gesù nell’ultima Cena, ne fa il fulcro della sua missione; e dell’imitazione che i discepoli dovranno mettere in pratica per essere veramente tali (Lc, 22,24-27). Con questo sentimento, con la consapevolezza di star facendo un servizio importante e positivo Marta vede sua sorella, padrona “di casa quanto lei; che a un bel momento sembra di disinteressarsi di tutto e di ritirarsi nell’ascolto (“mi; ha lasciata sola”).
  4. 41 “tu ti affanni e ti agiti”: non è il volersi occupare concretamente degli ospiti a rendere Marta “fuori luogo” nella sua lamentela. Quello che non va è l’atteggiamento con cui Marta. si dedica a questo prezioso servizio: si “affanna”, si distrae, si “agita”, pensando che il miglior modo di servire sia il predisporre tante e tante cose. È interessata più alla quantità che alla qualità ma contemporaneamente Si rende conto che non riesce a far tutto “da sola”
  5. 41-42 “per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno… Maria ha scelto la parte migliore”: l’essenziale, per Gesù, e mettersi m ascolto della sua Parola. La presenza di Gesù ha senso se lo ascoltiamo, se ci mettiamo davanti a lui senza pregiudizi, senza pretendere di sapere ‘già’ quel che sia importante o meno. Il resto verrà in seguito: il servizio concreto è necessario, ma non esaurisce il rapporto con Dio e con i fratelli Inoltre, Gesù richiama Marta e tutti noi alla’ necessità di ricordare sempre che “non di solo pane vivrà l’uomo”.

Ø  Mi so mettere in ascolto della Parola di Dio? Le letture della Messa mi restano dentro, o uscito di chiesa non ricordo più nulla?

Interpretazione

Marta’ e Maria sembrano impersonare due varianti, due inconciliabili atteggiamenti, nei confronti di un prossimo:che contemporaneamente è presenza viva di Dio. Se è l’uomo ad agire in prima persona egli riempie di se la relazione con Dio con una, preghiera fatta solo di “parole”, di “gesti”, di “riti” che non lasciano spazio all’irruzione di Dine al vero messaggio della sua Parola; e riempie di, se la relazione col prossimo, in una carità che si preoccupa più delle cose che delle persone, un rapporto che non è capace di ascoltare, di osservare, di tacere per lasciare che sia l’altro a manifestare sé stesso e i suoi più profondi desideri. In questo modo è possibile anche riconciliare la in casa di Marta e Maria con la parabola del Buon Samaritano, e con il duplice comandamento dell’amore: solo il cibo spirituale dell’ascolto della Parola rende possibile l’esercizio concreto della carità; è indispensabile fare lo sforzò di vivere fino in fondo l’amore per Dio, mettendosi ai suoi piedi per conoscere la sua volontà, senza disperdersi in mille e mille preoccupazioni concrete, per poter individuare le sofferenze più profonde del prossimo e piegarsi su di lui senza pregiudizi. Il sacerdote e il levita avrebbero potuto – anzi: avrebbero dovuto – attingere dal rapporto con Dio nella preghiera e nel servizio al Tempio la forza di rendersi concretamente disponibili verso il malcapitato della parabola; non l’hanno fatto, trasformando il loro zelo religioso in una scusa per disinteressarsi delle, fatiche altrui. Tante volte sono stati di fronte a Dio, ma probabilmente non sono mai stati davvero “ai suoi piedi” per ascoltarne la voce. Marta invece trascura l’ascolto, preferisce le faccende pratiche, ma cosi facendo rischia di perdere l’orizzonte. È interessata più la cornice che al quadro, e cosi si mette in condizione di centrare tutto su di sé, sul proprio io che si compiace di tutte le cose che è capace di fare… con l’ottima intenzione di fare del bene, ma col pessimo risultato di arrestarsi alle “cose di Dio” anziché giungere a Dio e al suo Regno.

Attualizzazione               

I personaggi che abbiamo incontrato oggi rispecchiano’diverse vie, più o meno adeguate, che anche noi possiamo percorrere. Maria parte dal prossimo – i gesti di accoglienza – per poi accorgersi di Dio e da lui lasciarsi riempire, nell’ascolto e nella consapevolezza di una dimensione superiore dell’amore’ che non può esaurirsi nell’esercizio di faccende concrete Così facendo, Maria dimostra di saper vivere fino in fondo l’amicizia con Dio.

Il suo rapporto con Gesù non e superficiale, ma profondo, perché sa riconoscere quello che per Gesù è davvero importante. Sa accogliere e assecondare la sua chiamata, Si rende conto di quello che per lui conta più di tutto il resto, e sa che proprio lì c’è il suo vero bene. Anche Marta parte dalla stessa posizione… ma si ferma, ignorando l’invito di Gesù a mettersi in ascolto delta sua Parola, e così si disperde nei troppi rivoli delle preoccupazioni quotidiane. Ignora il desiderio più profondo di Gesù e prosegue per la sua strada, convinta che sia l’unica percorribile. E cosi facendo, forse, si lascia anche vincere dalla tentazione di concentrare tutto su di sé, e sulla propria capacità di “fare” più e meglio degli altri.

II sacerdote e il levita delta parabola del Buon Samaritano avrebbero tutti gli strumenti per partire da un rapporto profondo, intenso, con Dio e con la sua Parola e approdare a una comprensione più attenta delle necessità del bisognoso, ma non sanno fare questo passaggio indispensabile e si chiudono in una religiosità sterile. Hanno quotidianamente “tra le mani” la Legge e i Profeti, il messaggio antico del Dio di Israele che già richiamava alla necessità di fare il bene, ma sembrano non. tenerne conto, facendo prevalere le esigenze del culto… e forse anche rivelando, dietro quel paravento, il proprio egoismo e la propria presunta superiorità rispetto alle basse e volgari preoccupazioni del mondo materiale.

A conclusione possiamo far riferimento a un testo importante del magistero delta Chiesa, che esprime in sintesi il movimento che i discepoli sono chiamati a fare tra liturgia e vita, il circolo virtuoso del saper, mettere in pratica il duplice comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo: “Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dall’eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine tutte le altre attività della Chiesa”. (SC 10).

Ø  Nella mia preghiera, chi è che parla di più? Io o Dio? Le mie preoccupazioni, i miei desideri, le mie gioie… o la sua Parola?

Ø  Nel mio rapporto con gli altri so ascoltare? O anche quando faccio del bene procedo sempre con la convinzione di “aver ragione” e di non aver nulla da imparare?

Ø  So che e dall’incontro con Gesù nella preghiera che troverò davvero le energie per vivere il bene nella vita di ogni  giorno?

PREGHIERA CONCLUSIVA

Gesù si fa presente nella vita di ciascuno di noi ogni giorno, bussando alla porta del nostro cuore. Oggi, in modo particolare, egli si è manifestato nella sua Parola, che ci chiede soltanto di essere ascoltata e messa in pratica nell’amore totale per Dio e per i fratelli. E un dono di grazia speciale, che riceviamo a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno liturgico, a un mese dalla solennità del Natale – in cui celebreremo con gioia la Parola che si è fatta carne – e proprio net momento in cui riprendiamo insieme il cammino della Comunità Pastorale. Chiediamo al Signore di saperlo riconoscere, accogliere ed ascoltare.

Preghiamo insieme e diciamo:

  1. Vieni, Signore Gesù!
  2. Gesù, Sapienza dell’Altissimo, che arrivi ai confini delta terra e tutto disponi con forza e dolcezza, vieni ad insegnarci la via delta prudenza. R.
  3. Signore, che sei apparso a Mosè tra le fiamme, e sul Sinai gli donasti la legge, liberaci dalla schiavitù del male e delta paura.   R.
  4. Gesù, Figlio di Davide, che sei un segno per i popoli, fa tacere la presunzione del nostro cuore e insegnaci l’ascolto e il servizio nell’amore. R.
  5. Gesù, chiave delta vita eterna, e scettro delta casa di Israele, che apri e nessuno chiude, chiudi e nessuno apre, perdona i nostri peccati e liberaci dall’ombra delta monte.              R.
  6. Gesù, stella del mattino, splendore di luce eterna e sole di giustizia, illuminaci con la Parola che ci guida nel cammino.                R.
  7. Gesù, pietra angolare che riunisci tutta l’umanità in un solo popolo, vinci le nostre divisioni e rendici immagine viva del tuo amore capace di ascoltare, di accogliere, di perdonare.                R.
  8. Gesù, Dio con noi, che nella tua Parola ci orienti, ci conforti e ci salvi, fa’ che l’ascolto fedele della tua volontà rinnovi la nostra fede, ci apra alla speranza e ci unisca nell’amore verso di te e verso i fratelli.       R.

Padre nostro.

BENEDIZIONE

Dio, Padre misericordioso, ci illumini con la luce del suo Verbo fatto uomo e ci confermi con la grazia del suo Spirito, perché ciò che apprendiamo con la mente, possiamo crederlo con il cuore e confermarlo con le opere.

  1. Amen.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male c ci conduca alla vita eterna.

  1. Amen.



AZIONE CATTOLICA 09.12.2018

Oggi Azione Cattolica ha fatto il suo ritiro sotto la guida di Mons. Luigi Betazzi, vescovo emerito di Ivrea, che ha presieduto la Santa Messa delle ore 11.00. Il ritiro si è concluso con il momento conviviale all’oratorio.



III DOMENICA DI AVVENTO 16.12.2018

Questa domenica è stata molto ricca degli avvenimenti, alle ore 9.30 è stata celebrata la Santa Messa con la partecipazione dei ragazzi e dei bambini di ASD Crescentinese Calcio. Alle 11.00 abbiamo ricordato beato Padre Arsenio da Trigolo Fondatore delle Suore Maria SS Consolatrice, le Suore che si occupano dell’Istituto Minella. Chi era Padre Arsenio? Giuseppe Antonio Migliavacca, nato a Trigolo in provincia di Cremona, entrò nel seminario diocesano di Cremona nel 1863 e fu ordinato sacerdote nel 1874. L’anno successivo passò alla Compagnia di Gesù, ma fu costretto a lasciarla per ordine dei superiori. Nel 1892 fu incaricato dall’arcivescovo di Torino di seguire un gruppo di aspiranti suore: fu quello il nucleo delle Suore di Maria SS. Consolatrice, che dal 1898 ebbero il noviziato e la Casa madre a Milano. Dopo ulteriori traversie, padre Migliavacca dovette dimettersi dal governo della sua fondazione: entrò quindi tra i Cappuccini col nome di padre Arsenio Maria. Ammalato di arteriosclerosi, morì il 10 dicembre 1909 nell’infermeria del convento cappuccino di Bergamo, a 60 anni. Il suo processo di beatificazione si è svolto nella diocesi di Milano dal 3 aprile 1998 al 29 maggio 1999. La sua beatificazione è stata fissata a sabato 7 ottobre 2017, nel Duomo di Milano. I suoi resti mortali riposano nella cappella della Casa madre delle Suore di Maria SS. Consolatrice in via Melchiorre Gioia 51 a Milano.
Pomeriggio invece si sono incontrati i genitori dei bambini che si preparano per ricevere il sacramento della Prima Comunione.