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FESTA di DON BOSCO E BEATO BRONISLAO 27.01.2019

Oggi abbiamo ricordato due grandi santi: San Giovanni Bosco e Betao Bronislao Markiewicz. Dopo la Santa Messa delle ore 11.00 pomeriggio all’oratorio sì è svoltala parte conviviale con giochi divertenti preparati dai nostri Animatori, e con golosa merenda preparata dalle Signore. 

1° Il gioco è tipo “ghigliottina”, ma con gli oggetti. Oggetti da mostrare: coperta, cuscino, un’immagine di Cenerentola, camomilla, disegno di occhi aperti. La parola che deve venire fuori è “SOGNO”. Il bambino deve raccontare il sogno di don Bosco.

A nove anni fa un sogno profetico: gli sembra di essere in mezzo a una moltitudine di ragazzi impegnati a giocare, alcuni dei quali però, bestemmiano. Subito, Giovanni si getta sui bestemmiatori con pugni e calci per farli tacere; ma ecco farsi avanti un Personaggio che gli dice: «Non con le botte e i pugni, ma con la bontà e l’amore devi guadagnare questi tuoi amici… Io ti darò la Maestra sotto la cui guida puoi diventare sapiente, e senza la quale, ogni sapienza diviene stoltezza». Il personaggio è Gesù e la maestra la Madonna, alla cui guida si abbandona per tutta la vita e che onora con il nome di «Ausiliatrice (=aiuto) dei cristiani»

 2° La prova da superare è fare un semplice gioco da giocolieri con due palle oppure buttare giù dei birilli o camminare su una corda messa per terra senza cadere né deragliare avendo un cucchiaino in bocca con una pallina da ping pong (che naturalmente non deve cadere) o un gioco con le carte (tipo casette di carte o mandare avanti e indietro una fila di carte utilizzando una carta).

La parola è “GIOCOLIERE” o “PRESTIGIATORE”

E così Giovanni impara a fare il saltimbanco, il prestigiatore, il cantore, il giocoliere, per poter attirare a se i compagni e tenerli lontani dal male. «Se stanno con me, dice alla mamma, evitano di cacciarsi nei guai»

  La prova da superare: in una montagna di scarpe, il bambino deve abbinare le scarpe giuste.

La parola è: “CAMMINO”

San Domenico Savio, un ragazzo di 15 anni diceva così: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”, per essere «onesti cittadini e dei buoni cristiani». Con le altre parole, questo è importante: 1) Fede (voler bene a Gesù e Maria) 2) Allegria, 3) Impegno, 4) Onestà. Don Bosco diceva: “State allegri, ma non fate peccati”.

 4° Un bambino deve ricostruire bendato un puzzle dell’immagine di un oratorio seguendo le istruzioni a voce dei compagni, tipo “destra, sinistra, su, giù”. La parola è “ORATORIO”

All’età di vent’anni entra nel Seminario di Chieri e viene ordinato Sacerdote a Torino nel 1841, a ventisei anni. In quei tempi Torino è piena di poveri ragazzi in cerca di lavoro, orfani o abbandonati, esposti a molti pericoli. Don Bosco comincia a radunarli la domenica, ora in una chiesa, ora in un prato, ora in una piazza per farli giocare e per insegnare loro il catechismo. Dopo cinque anni di enormi difficoltà, riesce a stabilirsi nel rione periferico di Valdocco e apre qui il suo primo Oratorio. Qui i ragazzi trovano vitto e alloggio, studiano o imparano un mestiere, ma soprattutto imparano ad amare il Signore.